Con bondage (dall’inglese schiavitù, soggezione) si indicano un insieme di pratiche sessuali basate sulla costrizione fisica ottenuta con legature che impediscono i movimenti, fino ad arrivare a pratiche più complesse che limitano le percezioni sensoriali.
Partendo dal light bondage, cioè il legare solo mani e/o piedi, si arriva a forme di annodamento complete, in cui si impedisce ogni movimento al sub (mummification o mummificazione), o addirittura impedendogli ogni contatto col terreno (suspension).
Regine del bondage restano le corde, con cui bisogna avere una notevole pratica. Le corde, se mal utilizzate, possono impedire al sangue di fluire correttamente (talvolta si fa con intenzione, per esempio per rendere dolente e sensibile il seno femminile). Bisogna sempre controllare e rimuovere le corde non appena gli arti iniziano ad apparire violacei. Inoltre l’errato utilizzo delle corde può irritare ed infiammare le terminazioni nervose, causando dolori ed insensibilità degli arti che possono durare anche a lungo o diventare permanenti (casi limite).
Tuttavia il bondage non ha limiti se non la propria fantasia e, sorvolando sulle manette, che oramai sono diventate un accessorio comune anche per i fautori del sesso alla missionaria, è possibile praticarlo con nastri, corsetti, cuoio, film di nylon, latex, pellicola trasparente per alimenti. Inoltre esistono forme di bondage che prevedono l’utilizzo di particolari attrezzature per legare lo schiavo alle pareti o al soffitto, oppure ci sono tute che, una volta indossate, possono essere riempite d’aria immobilizzando il corpo e limitando le percezioni sensoriali, sacchi che permettono anche la sospensione del sub, cappucci di cuoio o stoffa, insomma, gli accessori e i materiali per giocare con il bondage sono praticamente infiniti.
Ma cosa si prova durante il bondage?
Personalmente ritengo sia la pratica dove meglio si riesce ad acquisire la consapevolezza della propria impotenza. Escludendo le prime volte, dove può innescarsi una forma d’ansia per la perdita di controllo sul proprio corpo, man mano che si procede nell’esperienza, si impara a lasciarsi andare completamente in una piacevole forma di apatia.
Ad un certo punto, mentre si è imbacuccati come salami, una parte del nostro cervello è come si spegnesse. E’ quella parte che normalmente ci spinge ad agire, ad essere pronti, vigili e reattivi a qualsiasi stimolo, la stessa parte dove si sviluppa l’ansia.
Di tanto in tanto sarà la Mistress, con un colpo di frusta, un calcio o uno schiaffo, riortare l’uomo nella realtà in modo così repentino da provare un vuoto d’aria, come precipitare in una frazione di secondo dall’Empire State Building mentre si riceve una secchiata di acqua gelata.
er farlo bondagein modo sicuro c’è bisogno di molto buon senso e un po’ di pratica iniziale. In ogni caso, mai e poi mai, perdere di vista chi sta subendo il bondage, anche se molte Mistress nelle loro fantasie sarebbero tentate di uscire a far compere lasciando lo slave legato e con un dildo nel culo, non bisogna mai farlo. Potrebbe accadere di tutto.
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